sabato 28 giugno 2008

Scarti

Fare un trasloco è una faticaccia...ne avrò fatti a occhio e croce una decina in vita mia, ma stavolta oltre alla fatica prettamente fisica c'è anche quella mentale....lasciare Milano dopo 3 anni e svuotare casa vuol dire imbatterti in cose che pensavi aver dimenticato, in oggetti che credevi aver buttato, in frasi scritte su fogliettini svolazzanti che ti colpiscono come pugnali in quella zona del cervello situata tra la memoria e l'oblio...e siccome se torno giù dai miei con tutte le cose accumulate in questo periodo mi ritroverò a vivere in un magazzino finchè non trovo un'altra casa, mi sono rimboccata le maniche e ho deciso di fare una delle cose più difficili per me, che sono una di quelle persone che conserva lo scontrino di una birra bevuta in una serata da ricordare, o i biglietti di un treno preso per andare a sentire quanto può battere forte il cuore, o un pezzo di moleskine con le parole di una canzone o la frase d'amore più bella che tu abbia mai letto o sentito e che hai annotato su un treno tremolante con le lacrime agli occhi per l'emozione mentre ti ripeti "un giorno qualcuno mi dirà qualcosa del genere", e in quel momento ci credi eh, ci credi davvero (e per la cronaca è "riuscì a riconoscerla nel tumulto attraverso le lacrime del dolore irripetibile di morirsene senza lei e la guardò l'ultima volta per sempre con gli occhi più luminosi, più tristi e più riconoscenti che lei gli avesse mai visto in mezzo secolo di vita in comune, e riuscì a dirle con l'ultimo respiro "solo Dio sa quanto ti ho amata"), bene, per me fare "uno scarto" è terribilmente difficile...dai cassetti aperti in questi giorni è venuto fuori davvero di tutto, e ogni volta mi sono seduta, a leggere, a guardare, a ricordare, a pensare a cosa rappresentava, ha rappresentato o rappresenterà per me questo o quell'oggetto...ogni volta sono andata indietro con la memoria, ogni volta mi sono fermata a ricordare gli odori, i suoni, le sensazioni che quelle cose avevano avuto in un tempo tanto lontano per me...poi, arriva il momento che non ti aspetti, arriva l'incontro con quello che, ci avresti giurato, avevi buttato anni fa, con quello di cui volevi sbarazzarti perchè sapevi che se ti fosse capitato sotto gli occhi ti avrebbe fatto sanguinare di nuovo il cuore, con quello che a prima vista neanche riconosci perchè dentro di te sai che è al macero da mesi..invece è lì, e ti guarda beffardo come per dire "credevi di esserti liberata di me, eh?"....un diario....prima dell'epoca delle moleskine, vista la mia memoria da pesce rosso, avevo un'agenda azzurra, con i fogli abbastanza grandi per annotarci ogni giorno tutto quello che mi succedeva...e la prima annotazione era di 34 mesi fa, due mesi dopo quel giorno di fine giugno 2005 in cui tutto quello in cui credevo e tutto quello che avevo è crollato miseramente all'improvviso lasciandomi lì sola a chiedermi "e ora?"..poi c'è stato il viaggio in Catatoniatown, e quando ho ricominciato a scrivere ero già qui a Milano, fiduciosa e ottimista sul futuro che questa cattedrale di cemento poteva regalarmi...poi c'è l'amara considerazione che dopo tanti mesi non è cambiato niente, se non la conferma che no, quel cuore non batteva più, che non c'era voglia, istinto, affetto per nessuno..poi all'improvviso l'illuminazione...arriva lui e mi riporta alla vita, e io sono incredula, impaurita ma per nulla diffidente, prima non lo ero, mi chiedevo "sta succedendo davvero a me?", riportando le parole che lui mi dedicava...ho scritto poco su quel periodo perchè ero troppo impegnata a buttarmi a capofitto in quella storia difficile ma che sembrava non impossibile..dopo un pò di mesi altre parole, del tutto diverse, la speranza che un fulmine lo colpisse e lo sgretolasse così come lui aveva sgretolato i miei sogni e le mie speranze, una cattiveria che io non avevo mai provato in vita mia, la rabbia di aver creduto a delle parole così belle, a dei gesti così travolgenti, il rancore per non aver distinto il corpo e la mente e per essermi detta ogni volta "è solo una cosa fisica, non ci sono dentro fino al cuore", l'istinto di vendetta, la voglia che tutto gli andasse storto...parole che non credevo aver scritto, parole che avevo cancellato dalla mia mente, parole che non sembrano mie, non sembrano venire dalla mia testa, parole che però sono lì, e che ho scritto e pensato io...o la "fui io"..
Non so se esiste un episodio di rottura nella vita di ogni persona...non so se c'è per tutti quel momento in cui capisci davvero che non sarai più quella di prima..beh, per me quel momento è stato quello, e la cosa più strana è che io non me ne rendevo conto..la cosa assurda è che avendo superato in due giorni la delusione per quel fallimento, avendo pianto ininterrottamente per 24 ore e avendo deciso che"ora basta, sto bene" credevo di aver messo tutto da parte e invece eccolo lì, che riaffiora e mi guarda in faccia e mi dice "tu non eri così prima..."...e io non ero così prima, io perdevo la testa davanti a un sorriso, mi innamoravo di tutto, io sognavo a occhi aperti chiunque mi dicesse una cosa carina, io credevo nella lealtà delle persone e nella purezza dei sentimenti, io sapevo che se davo una parte del mio corpo era perchè in cambio avrei ricevuto amore, affetto, o almeno un pò di tenerezza...e ora? ora mi ritrovo a pensare alle cose fatte negli ultimi mesi, cose che non avrei mai pensato di fare, a un cinismo bieco che mi ha portato a calpestare le persone per la legge del più forte, nei pochi casi in cui il più forte ero io, e ad alzarmi da un letto senza avere nessuna aspettativa e mettendo in chiaro che aspettative non dovevano esserci per nessuno, ho cominciato a prendermi quello che le persone potevano darmi senza chiedere o pretendere niente perchè "tanto lo so come finisce"..e in mezzo a tutto ciò, la convinzione di aver amato ancora, di nuovo in maniera totale e pura, qualcuno che non guardavo neanche negli occhi, come se chi agiva col resto del mondo e chi cercava di dare il proprio cuore a lui fossero due persone diverse...ero io? ero io in entrambi casi? "is it me, for a moment?" ..e se è così, in quale momento? the past is calling, ma non so in quale passato devo provare a tornare per sentirmi di nuovo nel mio corpo..non si può essere cinici e romantici, spietati e dolci, crudeli e teneri, puttane e suore, realisti e sognatori, sporchi e puliti, menefreghisti e coscienziosi, altruisti e egosti allo stesso identico tempo, nella stessa identica vita...o sono così fragile da cambiare faccia a seconda di chi mi trovo di fronte? o forse non è fragilità, forse è istinto di sopravvivenza spalmato male sui due fronti, perchè non vedo vie di mezzo, o bianco o nero, o tutto o niente, o si parte a mille o si inchioda di botto, l'equilibrio è solo un vecchio ricordo o è solo tutta una lunga fase di passaggio in attesa di fermarmi in un porto sicuro? o forse, soluzione più probabile, sta facendo semplicemente troppo caldo a Milano in questi giorni e ho troppo tempo libero? :D


song of the day "Riprendere Berlino" Afterhours

(o qualcuno uccide Manuel Agnelli o me ne vado sotto... :D)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Tutti noi passiamo attraverso la vita come elefanti in una cristalleria..." :D

Growl! ha detto...

ooooops...ti giuro che ho fanculizzato gli afterhours nel post di stamattina sul sito senza sapere che ti piacessero!
(...fan cagare lo stesso ma ti perdono tu sei piccola e ascolti ancora le boy-band....prrr)

robbby ha detto...

l'ho visto orso!! ci sono rimasta malissimo...ma sappi che neanche a me piace la loro versione!!