mercoledì 5 agosto 2009

Riflessioni di una sera di fine estate

Bolzano mi ha dato il "wilkommen" dalle ferie con una pioggia battente e 11 gradi che mi hanno regalato febbre, mal di gola e dolorini vari...non sono più il ghepardo di una volta, c'ho n'età e dovrei rendermene conto, ma quello che non t'ammazza ti ingrassa no?
Ho passato 10 giorni a casa...era la prima volta che tornavo giù, da quando a gennaio ho fatto il tour delle due città più fredde d'Italia lasciando il calore del posto dove ho passato a tratti tutta la mia vita...perchè puoi vivere ovunque, puoi passare metà della tua vita "altrove" ma se appartieni a un posto, se il mare che ti ha fatto nascere ti scorre nelle vene anche a mille e più chilometri di distanza, quella sarà sempre la tua casa..e vedere il mare quando il treno si avvicina alla città ha sempre un sapore dolce amaro che ti fa salire le lacrime agli occhi...ti amo, ma non posso stare con te, è questo che dico a Taranto ogni volta che ritorno, ma soprattutto ogni volta che riparto...
Io mi sento un'emigrante. Non me ne vergogno, anzi, ne vado quasi fiera. Sentirmi una cittadina di passaggio, durante l'estate e le feste comandate, respirare i posti, le persone che nonostante gli anni non cambiano mai, immergersi nello stesso limpido mare di sempre, sapendo che dopo pochi giorni dovrai dirgli ancora addio, questa distanza che ti avvicina alle cose in qualche modo mi fa sentire bene..fa male, ma è quel dolore che ti riempie, è un dolore che in questi ultimi mesi ho conosciuto davvero troppo bene, ma che alla lunga ti stanca, ti strazia, ti sfinisce, e allora è meglio saltare su un treno e andarsene lontani, dove l'assenza non può farti male, non per sempre almeno...
Forse chi si nutre di musica, cinema e letteratura finisce per assorbire così tanto l'arte da rimanerne incastrato..forse quello che sentiamo, guardiamo e leggiamo prima o poi lo viviamo sulla nostra pelle...io ho pagato il mio pegno d'amore per Lynch vivendo in una situazione tipicamente lynchiana, anche se romantica..ho tenuto la scatola di Mulholland Drive abbastanza a lungo tra le mani da lasciare delle quasi indelebili ombre blu sulle mie dita...quando il sogno, la favola lasciano spazio alla realtà, all'improvviso, senza preavviso, è difficile rendersene conto..quando sogni qualcosa di bello non vuoi staccarti, non vuoi svegliarti, ma poi ti accorgi che quello che sognavi, chi sognavi, appartiene all'onirico, a un mondo non reale, e che prima o poi devi aprire gli occhi e mettere le carte in tavola...e resti sospesa tra la voglia di credere che quello che stavi sognando fosse reale e l'amara consapevolezza che la realtà è diversa, che con una maschera, seppure mai ipocrita, addosso, siamo tutti bravi a essere perfetti, a essere quello che vorremmo essere.. o forse più che una maschera è un mantello, che racchiude quello che non riusciamo a esprimere tutti i giorni con chi ci circonda...ma sapete una cosa? fanculo le potenzialità, fanculo "quello-che-potrei-essere-se-solo"..nessuno ci punta una pistola alla tempia, siamo liberi, anzi, abbiamo il dovere di essere ciò che vogliamo essere..se non ci riusciamo, non abbiamo abbastanza amor proprio per sopravvivere nella gabbia che ci costruiamo troppo spesso da soli...e allora amen, sarà per la prossima vita (ma io voglio vivere in questa, di doman non c'è certezza...)
E vedendo, due mattine prima di partire, la classica alba tarantina, quel viola Ilva che si alza sul mare e si confonde a tutti i colori del cielo, ho sentito che il tappo è saltato, che la liberazione era vicina, che la noia, o l'abitudine andavano lasciate lì, lontano da me...e ho giurato, probabilmente invano per l'ennesima volta, che avrei provato a essere felice sul serio, a tenere lontana la nostalgia..e per ora, sono ancora di parola...
E mentre domenica il bus mi portava dalla stazione alla mia "haus" mi guardavo intorno..e quello che vedevo, mi piaceva...e sono stata invasa da una sensazione positiva, ho sentito che questa città può darmi qualcosa, forse può darmi addirittura molto, e che in ogni caso, io voglio prendermelo...voglio ciò che mi spetta, lo voglio perchè è mio, e soprattutto perchè m'aspetta....


song of the day "forma e sostanza" C.S.I.