Una notte vai a dormire, con tutta la tua vita inscatolata nel suo perfetto disordine...è tutto lì, dove l'hai lasciato, dove per anni hai accumulato piccoli pezzetti di vita destinati a diventare il tuo noioso ma sereno quotidiano...e poi, in un attimo, sparisce tutto...l'esistenza di tutti noi è scandita da piccoli momenti, l'esistenza di qualcuno è stata scandita da momenti che non ti faranno mai tornare indietro in una calda notte d'aprile...
..e io non dovrei avere voce in capitolo, perchè sono una privilegiata che dorme con un tetto sopra la testa e non ha visto la sua città sgretolarsi come un castello di sabbia davanti ai suoi occhi...ma quel momento ha cambiato anche la mia vita....e mi sento quasi ingrata a sentir pesare su di me le conseguenze di qualcosa di talmente tanto grande che anche chi la vive ogni giorno, da quasi 3 mesi ormai, non riesce ancora a realizzare appieno...ma se si dice che la famiglia non è quella dove nasci e cresci, ma quella che ti crei e scegli, vale lo stesso anche per le città...e per me quella città è casa, ha sempre rappresentato qualcosa di speciale, qualcosa che mi faceva illuminare gli occhi al solo sentirla nominare...quella città, che mi ha dato la catarsi, una catarsi che poco tempo dopo si è sgretolata sotto le sue stesse macerie...prendere e dare, il mio rapporto con "lei" è stato sempre quello...l'ho detestata tante volte per quanto mi ha preso, ma le sarò eternamente grata per quanto mi ha dato...e mentre io mi sentivo quasi "gelosa" di nomi, di posti, di cose che fino al 5 aprile conoscevo solo io (il mio portachiavi del Paganica Rugby ad esempio, la gente prima mi chiedeva "cos'è Paganica?", ora mi guarda e dice "ah....Paganica", come se "loro" sapessero..) lei continuava a darmi...qualcuno dice a chiedermi, ma in realtà ha continuato, anche quando era distrutta, devastata, quando era crollata su se stessa, a darmi, darmi, darmi, finchè la mia è diventata quasi una dipendenza...sono una privilegiata, ancora una volta, perchè non ho avuto bisogno di guardare lo scempio televisivo per vivere quello che stava succedendo...avevo gli occhi, la voce, le orecchie, le mani di chi ha vissuto ogni secondo in mezzo a quella sabbia che fino a qualche ora prima era tutto ciò che ognuno aveva accumulato nella vita, qualcosa che pensi sia eterno, perchè le cose materiali dovrebbero durare in eterno, almeno quelle, perchè i sentimenti cambiano, si evolvono e si perdono al minimo colpo di vento, invece quello che costruisci, dovrebbe resistere a tutto...e quando invece non è così, forse si inverte tutto, o forse no, o forse avevo solo voglia di scrivere ma non so bene cosa.....io so solo che il terremoto è stato per me come il colera, perchè queste due catastrofi hanno avuto in comune la forza dell'amore, che di questi tempi è stato duro, è stato faticoso, è stato devastante, è stato estenuante, ma è stato bellissimo, perchè è stato speciale, è stato unico, è stato raro, perchè più sono grandi le difficoltà più è bello superarle, perchè ci sono dei momenti interminabili nella vita che non si scorderanno mai, che non si vogliono dimenticare, che non si devono dimenticare...e a differenza del colera, che lascia dei segni visibili sulla pelle, il terremoto, quando sei abbastanza fortunato da poterlo raccontare, te li lascia dentro...e si dice che certa gente arriva nella vita come un terremoto, e solo ora ho capito cosa significa...perchè le coincidenze e i segni del destino si divertono a non essere mai abbastanza...e in una favola a non lieto fine come questa forse quello che importa non è il finale, ma la trama, l'intreccio, i personaggi, lo svolgimento, gli ostacoli superati, le coincidenze, i sogni, le emozioni, le sensazioni, le lacrime, una favola scritta con milioni di parole e miliardi di battiti di ciglia scagliati da occhi troppo belli per essere reali, e infatti, facevano parte di una fiaba lunga mille anni nella memoria ma destinata a terminare nella realtà, se mai di realtà si è trattato, perchè le cose belle hanno la potenza/debolezza di non essere definibili, di restare sospese nel limbo di una bellezza troppo grande per poterla circoscrivere e rinchiudere in una definizione che ne eliminerebbe la magia...forse quello che importa è questo, o forse quello che importa è prepararsi qualche buon ricordo per il futuro, da evocare con gli occhi persi tra le nuvole e la testa che continua a celebrare l'incanto di quei momenti ormai andati e lontani..o forse è arrivato il momento, cara Robb, di riprenderti la tua vita e di archiviare file troppo pesanti da sopportare....la vostra molto stanca Robb torna tra voi :)
song of the fable "last goodbye" jeff buckley
8 commenti:
era ora.....bentornata. ma i silenzi raccontano comunque tante cose a saperli ascoltare.
grazie marian, bentrovata :)
ora piano piano torno in carreggiata e leggo cosa avete combinato voi in questi mesi...mi siete mancati, questo è certo :)
l'amore ai tempi del colera, carino :-) e con 40 anni di meno!
ciao cara, un bentornato grande come un pallone areostatico! che ti sollevi in cielo lentamente e senza scosse ma con tanti tanti colori!
lillo....lillo mio allora mi vuoi ancora bene? :) che splendido che sei!
welcome back, a stor mo chroi...
:x
grazie di cuore orso mio :)
(ci vediamo presto eh, - 10!!)
Ooooooh, là..
Ma mica siamo mai andati via, sai?!
Baci Obbbs..
voi no Lara.... :-D
l'ho sempre sentito che eravamo ancora tutti qui, tu a mettere sempre la musica giusta al momento giusto (oddio, dici che un anno "azzeccherai" la mia canzone di Bologna? :D)
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