domenica 6 dicembre 2009

Lost in translation

Non ho mai scritto recensioni di film, non potrei mai farlo, semplicemente perché è il sogno indiscusso della mia vita e se iniziassi a farlo anche per gioco mi convincerei che i desideri si realizzano e invece non è così, scrivo altre cose, ne vivo altre ancora, la mia vita è un grande condominio dove in ogni appartamento si consumano esistenze diverse...ma ci sono dei film che ti trasmettono un senso di pace, una voglia di vivere pazzesca, a volte alla seconda visione, soprattutto quando la prima l'hai vissuta in un mondo diverso, una vita diversa, affetti diversi, sensazioni diverse, capelli bianchi diversi...e così un sabato iniziato decisamente male si trasforma in un inno alla gioia, per un film che è una poesia, ma piccola, senza alcuna presunzione, senza lirica, senza grandi paroloni, senza frasi da appuntare sulla moleskine, senza luoghi comuni o colpi di scena, un film che è bello, che è così bello che ti fa apprezzare il senso di questa parola, bello, come la vita, come gli incontri casuali, inaspettati, come le emozioni che ti colpiscono in mezzo agli occhi quando non hai il coraggio di tenerli alti, a guardare davanti a te, come quei richiami alla vita che ti vengono urlati sottovoce quando ti sei stancata di cercarli...questi ultimi dieci giorni sono stati un bombardamento continuo di emozioni al limite della velocità della luce, di situazioni impensate, di battiti cardiaci dimenticati, di timidi sorrisi esplosi in risate, di incredulità tramutata in felicità, di ansie spero insensate, di voglia di mordere ogni momento che hai davanti...questi dieci giorni, come ha detto qualcuno, forse riscattano un anno intero, forse riattivano i giorni messi in stand by, forse cancellano le vecchie paure, forse risanano le cicatrici cucite addosso in quest'anno zero che proprio zero non è stato, è stato troppo, ha chiesto troppo per poi lasciare, in fondo, molto poco, ma solo fino a dieci giorni fa, da quando il sabba si è riunito, quando ci siamo guardati a fondo e abbiamo riso e pianto, quando ci siamo stupiti, quando ci siamo emozionati davanti a un bicchiere di vin brulé che ci riportava ai vecchi tempi, quando una chitarra e una voce ci hanno fatto tornare indietro di 10 anni, quando un letto e una bottiglia ci ha fatto sorridere con ogni singolo muscolo del corpo...ma...possono bastare dieci giorni a riscattarne 365? se le equazioni e la matematica sono semplici, può una percentuale così bassa riportare la gloria all'anno del giorno di aprile più nefasto della storia, all'anno della fatica di svegliarsi ogni mattina e di addormentarsi ogni sera, all'anno del dolore, delle ingiustizie, della cattiveria? beh, se così non fosse, è come se avessimo alzato bandiera bianca, è come se ci fossimo inginocchiati davanti al destino, è come se ci fossimo rassegnati....rassegnati....no, questa parola, nel mio vocabolario non esiste, né in quello di quest'anno, nè in quelli dei meravigliosi anni a venire....:)



song of the day "would?" alice in chains-live in Milan (and I was there!)